Di Sinistra Anticapitalista Cologno Monzese.

Dopo un anno e cinque mesi la maggioranza che governa Cologno Monzese è di nuovo in bilico.

Una maggioranza rissosa quella formata da Lega , che esprime il sindaco Angelo Rocchi, Udc , Forza Italia, Fratelli d’Italia e alcune liste civiche.

Dopo la crisi estiva che aveva avuto come protagonisti Fratelli d’Italia, ora sono Forza Italia e Udc che abbandonano la maggioranza dopo un rimpasto di Giunta in cui il sindaco ha fatto una redistribuzione delle deleghe, pare per calmare contrasti  all’interno della stessa Forza Italia.

 

La morale è che con il passaggio all’opposizione di tre/quattro consiglieri la giunta rischia di cadere e il comune commissariato in caso di mancata approvazione del bilancio.

 

La destra –centro colognese che nell’aprile del 2015 , superando storici contrasti era stata capace di ricompattarsi su un nome leghista (spinta dall’onda salviniana), rischia di implodere esattamente come già avvenne nel 2010.

 

A Cologno Monzese , comune storicamente amministrato dal centro sinistra con la presenza organica in giunta di Rifondazione Comunista , nel giugno del 2009 vinceva Antonio Velluto un candidato di una coalizione di centro destra formata oltre che da liste civiche, dal Popolo della Libertà e Lega al ballottaggio, per circa 400 voti (10

 

L’esperienza durò solo cinque mesi, dimettendosi il sindaco Velluto nel novembre di quell’anno dopo la crisi creata da uomini del PdL che lo accusavano di tenere per se’ la delega all’urbanistica e di autoritarismo.

 

Alle conseguenti successive elezioni il centro destra, reduce dalle lotte intestine, presentava due candidati, con il precedente sindaco che si presentava con una sua lista civica autonoma, mentre il centro sinistra superava le divisioni che nel 2009 avevano fatto presentare tre candidati sindaci (in quel caso Rifondazione aveva corso da sola)

 

Le nuove elezioni, svoltesi in concomitanza delle regionali nel marzo del 2010 riconsegnarono il comune al centro sinistra che vinceva al secondo turno con un margine di 6 punti percentuali, presentandosi unito (PD, Sel, Rifondazione, Verdi, parte dei reduci socialisti e liste civiche varie).

 

L’amministrazione di centro sinistra ha governato senza contrasti evidenti sino alla quasi fine del mandato (febbraio 2014) quando il vicesindaco (socialista) e l’assessore all’edilizia (verde) vennero arrestati con l’accusa di corruzione. L’esperienza amministrativa si trascinò fino alla fine del mandato, rimanendo la giunta sorda ad ogni richiesta di dimissioni.

Solo una lista civica (Cologno solidale e democratica) lasciava la giunta e la maggioranza in seguito a quei fatti.

 

Chiaramente un centro sinistra, indagato con esponenti arrestati, ha fornito ottimi elementi per la vittoria dell’attuale giunta di destra centro, che trionfava più per demeriti altrui che per meriti propri eleggendo un leghista neppure residente in città.

 

Il leghista Rocchi vinceva in un contesto di forte astensione (come nel resto d’Italia ) ,con un voto fortemente frazionato (sette candidati sindaci con ben 17 liste collegate !), con un centro sinistra diviso da lotte interne al PD ma capace comunque dipresentarsi unito con Sinistra Colognese (soggetto nato da Sel e Rifondazione Comunista) , reduci verdi e socialisti e varie liste civiche.

 

Ora una nuova pagina che sembra vecchia.

 

Il PD , proprio in questi giorni, ha comunicato di aver risolto le proprie divisioni e questa notizia, appunto, giunge in concomitanza con la crisi della giunta in carica.

 

Sembra riproporsi il solito schema: centro sinistra ricompattato che cercherà di riprendersi il comune sull’ennesima implosione di un centro destra capace a Cologno solo di sbranarsi.

 

Ciò che manca fortemente a Cologno – e in questo senso intendiamo lavorare – è un soggetto capace di rilanciare lotte sociali, oggi latenti, sulle infinite contraddizioni che si abbattono sui ceti popolari e di dare vita ad una rappresentanza politica adeguata : un soggetto che sia alternativo alle politiche nazionali e locali del partito democratico.

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