di Giorgio Simoni

Soppressione del servizio di trasporto pubblico nei giorni festivi dal prossimo 1° luglio. A prevederlo, nero su bianco, è una delibera del Sindaco metropolitano, Giuseppe Sala, su proposta di Siria Trezzi, sindaca di Cinisello Balsamo e consigliera della Città metropolitana delegata per il tema della mobilità. L’atto è dello scorso 27 aprile e reca il numero 113 di «repertorio generale».

Appiedati. Questo è dunque il destino dei cittadini che abitano nei comuni dell’hinterland non confinanti con Milano. Niente autobus di domenica per gli abitanti di Carugate, Masate o Vaprio d’Adda, oggi serviti dai mezzi di Nord Est Trasporti, una controllata di Atm.

Domeniche a piedi anche per chi abita a Cassano d’Adda, Mediglia o Paullo, dove sarà la società Autoguidovie a dover fermare i mezzi. Non va meglio per chi risiede ad Abbiategrasso, Gaggiano o Rosate (autolinee STAV), Zibido San Giacomo e Binasco (PMT), Legnano, Rho o Parabiago (Movibus).

E in Brianza?

Questi sono solo alcuni esempi, l’elenco delle località interessate è molto più lungo. E non è ancora noto se la Provincia di Monza e della Brianza intenda seguire la stessa strada, perché in tal caso sarebbero coinvolti altri grossi comuni, come Brugherio, Vimercate e Giussano.

Sono cinque milioni di euro all’anno, si legge nella delibera, le risorse che mancano per mantenere gli attuali servizi di trasporto pubblico offerti dalla Città metropolitana e dalla provincia briantea. Soldi che fino al 2015 i due enti mettevano di tasca propria, integrando le risorse regionali dedicate.

Strangolate dai prelievi forzosi imposti dai governi Renzi e Gentiloni, le due istituzioni hanno alzato bandiera bianca: le casse sono vuote. Tanto Sala che il presidente della provincia briantea, Gigi Ponti, entrambi a capo di maggioranze di centrosinistra, hanno lanciato strali e grida d’allarme.

I lamenti ipocriti di Beppe Sala e Gigi Ponti

A nessuno dei due, però, è venuto in mente che sarebbe più coerente e dignitoso rassegnare le dimissioni, piuttosto che rendersi colpevoli di una così drastica riduzione del servizio pubblico. Insomma, assistiamo alla solita pantomima di politici locali che fingono di protestare contro un governo dello stesso colore politico.

Nemmeno Regione Lombardia (e ora siamo nel campo del centrodestra) sembra interessata a farsi carico del problema. Forse è troppo occupata a investire risorse per coprire i buchi di bilancio delle società che hanno realizzato faraoniche opere stradali nella nostra regione: TEEM, Pedemontana, Brebemi.

Come Sinistra Anticapitalista siamo fortemente contrari a questa ulteriore riduzione dei servizi di trasporto pubblico, che vanifica il diritto alla mobilità per centinaia di migliaia di cittadini e cittadine lombardi e che, costringendo all’uso dell’auto, produrrà effetti negativi sulla già compromessa qualità dell’aria nella Pianura Padana.

Sosterremo e promuoveremo la nascita di comitati popolari che si battano contro questa assurda decisione e per avere un servizio di trasporto pubblico sempre più esteso ed efficace, nonché accessibile a tariffe ragionevoli, se non addirittura gratuito.

Photo credit: Oscar Anton

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