Il 16 giugno le lavoratrice e i lavoratori della Borsan Cavi di Novate Milanese si sono visti recapitare una comunicazione di riduzione del personale (per effetto della legge 223/91) riguardante 16 dipendenti ed il mantenimento della sola attività commerciale. Nei fatti la totale chiusura dell’attività produttiva ed il trasferimento della stessa quasi certamente all’estero. La Borsan Cavi (società al 70% capitale turco ed il rimanente 30 italiano). Produce e commercializza conduttori elettrici e accessori per telecomunicazione, elettronica ed elettromeccanica.

Il presidio delle lavoratrici e dei lavoratori è incominciato 10 giorni fa quando al rientro dalla messa in ferie “forzate” si sono ritrovati le serrature dell’ingresso cambiate. Immediata la risposta dei dipendenti . Presidio ad oltranza per richiedere un incontro con l’obiettivo di salvaguardare i propri diritti.
Istantanea la solidarietà che si è espressa, non solo da organizzazioni politiche tra i quali anche la nostra. Ma anche da parte dell’amministrazione del Comune che ha messo a disposizione, oltre ad un tavolo di trattativa, la fornitura di pasti caldi per le lavoratrici ed i lavoratori per il periodo di presidio davanti ai cancelli.
La lotta ha prodotto come risultato la convocazione di un’incontro (inizialmente rifiutato dai padroni). Nell’incontro la controparte padronale ha proposto,come “soluzione” al presidio, un’offerta pari a circa 3 mensilità di buona uscita. Proposta ritenuta insufficiente con la conseguente decisione di proseguire il presidio da parte di tutti. La lotta continua.

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