di Igor Zecchini

Si è spento domenica, a poco più di settantadue anni, il compagno Ermanno Cerati. Si è spento a Montecchio in provincia di Vicenza, dove si era trasferito da diversi anni con la sua compagna dopo una vita vissuta a Milano.

Una persona gentile, sempre sorridente e disponibile, un compagno di quelli con la c maiuscola, di quelli che non abbandonano mai il campo della lotta di classe.

Da sempre militante della Quarta Internazionale, ha seguito tutti i passaggi e le trasformazioni della sua sezione italiana, dai Gruppi Comunisti Rivoluzionari della fine degli anni 60 alla odierna Sinistra Anticapitalista.

Anche a Vicenza e nel Veneto aveva continuato senza soste l’attività politica  sia nei movimenti sociali, sia nelle iniziative unitarie con le altre organizzazioni, sia nella presenza e costruzione  si Sinistra Anticapitalista.

Da tempo era gravemente malato, negli ultimi anni aveva subito diverse operazioni e faticava grandemente a ogni movimento. Nonostante questo, fino all’ultimo minuto della sua vita è stato sul campo di battaglia. E’ sufficiente aprire il suo profilo facebook e guardare le ultime sue fotografie, di pochi giorni fa, che lo vedono partecipare a manifestazioni di diverso carattere, reggere striscioni, accompagnato dal bastone che oramai gli era indispensabile per camminare.

Ho conosciuto Ermanno nel 1978 quando mi sono trasferito a Milano e da allora la sua presenza mi ha sempre accompagnato. Ricordo i suoi litigi vigorosi con Augusto Caffaz (anche lui ci ha lasciati due anni fa casualmente anche lui per un ictus e alla stessa età di Ermanno) su che tipo di intervento sviluppare all’OM, Le nottate di discussione a casa sua nel periodo in cui mi ospitò. Le sue orecchie basse ai rimproveri di Daniela, sua moglie e compagna, che cercava di limitare i danni del vizio del fumo e anche i suoi occhi furbi quando riusciva a buggerarla.

Anche quando si è trasferito a Vicenza ha continuato a mantenere una relazione col nostro circolo milanese e quando passava in città, cosa che succedeva regolarmente perché a Milano veniva a curarsi, non mancava di partecipare ai nostri attivi. L’ultima volta poco più di tre settimane fa, appena uscito da una ennesima operazione, l’abbiamo visto arrivare, visibilmente provato ma presente.

Un lutto per tutti i compagni e tutte le compagne della nostra organizzazione. L’unica cosa che possiamo fare nel suo ricordo, oltre a stringerci attorno a Daniela e al figlio Federico, è continuare la battaglia che abbiamo avviato assieme a lui. Addio Ermanno.

 

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