Mercoledì 23 gennaio si è svolta una nuova udienza, l’ennesima, della causa di lavoro che vede contrapposti Luca Marchi (delegato SGB licenziato oramai due anni orsono, assieme a Mauro Sanson, a causa della determinazione espressa nelle lotte sindacali) e la multinazionale del mobile IKEA. Di nuovo gli avvocati del padrone hanno trovato un artifizio legale per rinviare la sentenza (ricordiamo che il giudice del lavoro in realtà ha già reintegrato Luca molti mesi fa). La logica, lo abbiamo detto molte volte, è di allungare al massimo i tempi per spezzare la resistenza di Luca e di Mauro contando sul fatto che finiscano le risorse e non siano più in grado di reggere lo scontro. Ogni rinvio sposta la chiusura della vicenda legale a qualche mese dopo e ora siamo andati a fine aprile.

Per IKEA arrivare comunque all’espulsione definitiva di Luca e Mauro è un obiettivo importantissimo per continuare a imporre, con la violenza del suo potere economico, le sue scelte che, ormai in modo dichiarato, puntano ad una ristrutturazione dell’attività. Poterlo fare senza avere in mezzo ai piedi delegati sindacali combattivi e irriducibilmente schierati in difesa delle condizioni di vita di lavoratori e lavoratrici, rende il compito della dirigenza più facile.

Su questa vicenda, tranne qualche momento di sussulto, si stende un silenzio inaccettabile. La stessa organizzazione sindacale dei due compagni stenta a prendere iniziative. Non parliamo delle altre che non riescono nemmeno a comprendere che se questi due licenziamenti passano, la vita sarà molto più dura per tutti e tutte i lavoratori e le lavoratrici IKEA.

Occorre subito un cambio di passo e che la solidarietà intorno a Luca e Mauro si faccia sentire a partire dal sostegno economico ai due compagni che gli permetta di reggere i prossimi mesi.

E’ una scommessa ma siamo disponibili a giocarla.

 

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