Il 29 gennaio si svolgerà lo sciopero generale convocato dalla « Assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi ». Nell’immobilismo generale del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici di fronte alla crisi economica e a quella pandemica, è un segnale d’inversione di tendenza che non può essere snobbato. Sinistra Anticapitalista di Milano parteciperà alla mobilitazione e al presidio che si svolgerà sabato 30 gennaio in Piazza Duomo a partire dalle 15.

Questo il testo del volantino che diffonderemo:

  • Fiat Chrysler e Peugeot hanno unito le forze per creare la quarta casa automobilistica più grande del mondo per volume, firmando un accordo di fusione che unirà i rispettivi marchi sotto un’unica società, Stellantis. Le due aziende mirano a ridurre i costi condividendo piattaforme di veicoli, motori e altre tecnologie. Sappiamo, per l’esperienza di casi analoghi, che ciò significherà la chiusura di stabilimenti e uffici ritenuti dai padroni meno profittevoli.
  • CNH Industrial ha rilanciato le trattative per vendere la maggior parte del gruppo italiano di camion Iveco alla casa automobilistica cinese FAW Group, che cerca in questo modo di espandersi sui mercati internazionali. Il gruppo cinese sarà interessato a mantenere gli stabilimenti produttivi (ad esempio Brescia e Torino), o punterà soprattutto ad acquisire brevetti e marchi ben conosciuti in Europa? Anche in questo caso è fondato il timore di una perdita di posti di lavoro.
  • Già chiara è l’intenzione annunciata dalla FedEx Express, la più grande società di trasporto espresso al mondo, che vuole ridimensionare la sua forza lavoro europea, per completare l’integrazione della TNT, acquisita nel 2016. Il piano prevede tra 5.500 e 6.300 licenziamenti sia nei i team operativi sia tra le funzioni di back-office. In Belgio e in Italia i lavoratori hanno iniziato a lottare contro questa prospettiva.

Tutti esempi della ben nota tendenza alle concentrazioni industriali e finanziarie globali, frutto della sfrenata concorrenza tra colossi capitalistici giganteschi la cui ultima preoccupazione è la salvaguardia dei posti di lavoro.

Contro un padronato che ha sempre più una fisionomia multinazionale dobbiamo superare i limiti nazionali che le lotte operaie hanno avuto finora. Anche per evitare che la rivendicazione della difesa dei nostri posti di lavoro consista nella richiesta di sacrificare altri posti di lavoro, purché siano in altre parti del mondo, in una lotta al ribasso dei costi per i padroni, a discapito dei nostri salari, dei diritti e delle condizioni di lavoro.

La strategia di quei sindacati che vogliono la difesa dell’economia e della sovranità nazionale fa male ai nostri diritti e a quelli della classe operaia di tutto il mondo. L’occupazione si difende esigendo la riduzione generalizzata degli orari di lavoro senza diminuzioni del salario.

Lo sciopero generale del 29 gennaio 2021, promosso dall’Assemblea dei lavoratori combattivi ha il merito, tra gli altri, di evidenziare la necessità del collegamento internazionale delle lotte. La trasformazione di questa parola d’ordine in fatti concreti è un percorso non semplice, ma assolutamente necessario, al quale daremo senza remore il nostro contributo.

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