Nella notte tra il 10 e l’11 giugno un duro intervento poliziesco ha colpito il picchetto operaio alla Tnt-Fedex di Peschiera Borromeo, organizzato dal sindacato Si Cobas per opporsi al licenziamento di 66 lavoratori. Diversi lavoratori e attivisti sindacali sono rimasti feriti. Pubblichiamo il comunicato rilasciato da Si Cobas e Centro sociale Vittoria, ai quali va la nostra totale solidarietà, nel mentre respingiamo con fermezza la repressione antioperaia.

Comunicato ai media del Sicobas e del Csa Vittoria sull’aggressione poliziesca ai lavoratori in sciopero.

Come trasformare una vertenza sindacale in una notte di violenza antioperaia !

In questo momento avremmo solo voglia di gridare la nostra rabbia e il nostro dolore per i nostri compagni lavoratori feriti e svenuti per i calci e i pugni e le manganellate di polizia e carabinieri ma siamo e rimarremo sempre lucidi per denunciare con forza come una “normale” vertenza sindacale si sia trasformata in una notte di violenza e repressione inaudita. L’antefatto quindi è il licenziamento politico di una ottantina di lavoratori impiegati all’importante hub Fedex tnt di Peschiera Borromeo. Ottanta lavoratori con le loro famiglie buttati in mezzo ad una strada da un giorno all’altro nonostante un preaccordo sindacale prevedesse la continuazione del rapporto di lavoro.

La motivazione non ufficiale è che hanno coscientemente aderito allo sciopero del 1° maggio, quella che ironicamente ed ipocritamente viene dichiarata la festa dei lavoratori, in difesa delle loro condizioni di salute di vita e di lavoro. Perché loro come tutti i lavoratori della logistica e del comparto sanitario non hanno mai smesso di lavorare durante il periodo di quarantena, mettendo a rischio la loro salute e la loro vita per portare a casa degli acquirenti beni di consumo assolutamente non necessari.

Ma loro, questi lavoratori, i famosi… eroi erano sacrificati al profitto accumulato proprio durante la quarantena dei grandi proprietari della logistica e in particolare ora carne da macello per la Fedex statunitense che di diritti e di sindacato non vuole sentire parlare. Dopo giorni di sciopero (ma non era un diritto acquisito?) per portare al tavolo della trattativa la controparte, il Si. Cobas ha indetto uno sciopero nazionale di tutta la filiera lanciando per Milano una mobilitazione davanti ai magazzini di Peschiera Borromeo. Già dopo cena è incominciato il concentramento di un centinaio lavoratori e di solidali che riempiva il piazzale antistante ai cancelli ma verso le 23 sono arrivati 7 blindati di polizia e carabinieri accompagnati da diverse volanti e agenti della Digos. I delegati del Si. Cobas hanno con loro incominciato una trattativa che produceva il risultato positivo di una richiesta di un incontro in prefettura per verificare con la controparte le condizioni di un possibile e auspicato accordo.

Poteva sembrare finalmente uno sbocco positivo a questa vertenza sindacale ma mentre aspettavamo il risultato delle interlocuzioni in prefettura la polizia ha improvvisamente incominciato ad avanzare e per non offrire il pretesto a pericolose cariche in corsa tutto il folto gruppo di manifestanti si è seduto per terra. Abbiamo immediatamente abbiamo capito che l’indicazione era quella di far male e di lasciare il segno perché sono incominciati i calci i pugni e le manganellate distribuite con rabbia gratuita sulla faccia sulla testa, sulle braccia, schiene dei lavoratori che per scelta non hanno mai opposto alcuna resistenza se non quella di tenersi stretti l’uno all’altro per resistere ai colpi.

Quando polizia e carabinieri sono riusciti a dividere in due gruppi i lavoratori in sciopero, uno stretto contro i cancelli e l’altro verso il piazzale è immediatamente partita una carica immotivata e violentissima contro chi si avvicinava ai compagni caduti per soccorrerli. E stiamo parlando di diverse persone cadute a terra che mentre cercavano di rialzarsi venivano vigliaccamente e gratuitamente colpite alla testa con i manganelli. La carica è poi continuata spostando ancora di qualche metro il gruppo di compagni e lavoratori che arretrava verso l’esterno rivolgendo poi la loro cortese e violentissima attenzione verso il folto gruppo di lavoratori che non potevano più muoversi schiacciati tra i cancelli e i cordoni di polizia e carabinieri.

L’ intervento di 5 ambulanze e un’auto di due medici del pronto intervento che ringraziamo per la loro gentilezza e solidarietà fermava la violenza mattanza soccorrendo molti lavoratori svenuti per i colpi ricevuti e dei quali non abbiamo ancora il conto preciso. Dita fratturate, ematomi alla testa, ematomi alla schiena per i calci ricevuti a terra, lacerazioni varie e l’elenco sarebbe incredibilmente molto lungo perché in molti hanno deciso di non ricorrere alle cure mediche, ma vogliamo segnalare il caso un lavoratore svenuto e poi portato via in autoambulanza per il quale abbiamo temuto il peggio.

Non ci dimenticheremo di un lavoratore tenuto per braccia e gambe e scaraventato dall’alto a terra con una tale violenza da fargli sbattere la testa e farlo rimanere svenuto per poi manganellare con odio chi si avvicinava per soccorrerlo e sottrarlo ad altri colpi, un delegato Si Cobas gettato a terra e colpito con forza sulla testa per lasciarlo tramortito. Siamo da anni abituati alla repressione e alla violenza di stato ed è per questo che possiamo certamente dire che stanotte siamo stati l’obiettivo di un livello di violenza molto più alto e scientifico nel suo intento di seminare paura nei lavoratori e per tentare di colpire e mettere un bavaglio al loro sindacato Si Cobas.

Ma hanno sbagliato i loro conti. Questa schifosa violenza ha fatto ancor più comprendere ai lavoratori che questa è lotta di classe e la lotta di classe fa paura ai padroni perché mette in discussione il loro lurido potere e il loro schifoso profitto. Questa miserabile notte ha fatto solo crescere nei lavoratori l’orgoglio di non sentirsi schiavi o animali da spremere ed essere finalmente protagonisti del loro destino, di essersi ripresi la loro dignità, l’uno a fianco dell’altro senza più essere divisi, come piacerebbe ai padroni, dalla differenza del colore della pelle, religione o genere, per difendere le loro vite, il loro salario e la sopravvivenza delle loro famiglie.

L’assemblea che abbiamo fatto davanti ai cancelli ha infatti rilanciato la lotta con la promessa di tornare davanti a quei cancelli perché abbiamo imparato ormai da anni che la solidarietà e l’arma più forte dei lavoratori e chi tocca uno tocca tutti. Lo sciopero continua!

Si cobas – Csa Vittoria

Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.