I cittadini residenti nei comuni lungo i 52 km di sviluppo dell’asta del Seveso hanno l’impressione che le cose stiano migliorando. L’acqua cambia colore un pò meno frequentemente. Lo stesso dicasi per gli odori sgradevoli. Ma questa sensazione viene purtroppo smentita dai dati di analisi conosciuti.

Riprendiamo quanto scritto in uno studio, “Synergistic effects of contaminants in Lombardy waters” pubblicato su Nature-Scientific, report, che per la prima volta analizza in modo concreto e dettagliato il livello di inquinamento delle acque superficiali e profonde dei fiumi della Lombardia.

LO STUDIO DELLA STATALE

Il lavoro è stato portato avanti nel 2021 dagli studiosi dei dipartimenti di Scienze e politiche ambientali e di Fisica dell’Università degli Studi, coordinati da Caterina La Porta, docente di patologia generale ed esperta di salute digitale, e da Stefano Bocchi, professore di agronomia, partendo dai dati Arpa del 2018 e quelli dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale

“L’Italia è il terzo Paese in Europa, dopo Francia e Spagna, per il consumo di pesticidi”, ricordano i ricercatori nel testo. La Lombardia è una delle aree con i più alti tassi di produzione agricola non solo in Italia ma a livello europeo. E “l’intenso sfruttamento dei suoli agricoli si accompagna anche a un largo uso di pesticidi”. Un dato che emerge anche dalle analisi dei dati dell’Arpa, dimostrando come insetticidi e pesticidi siano un importante fattore inquinante per le acque superficiali e sotterranee della regione. “Abbiamo fatto un’analisi quantitativa oggettiva per capire dove e quante sono esattamente queste sostanze nei fiumi del territorio ma soprattutto abbiamo identificato quali di queste si trovano insieme”.

Nel Seveso oltre alla presenza del noto diserbante Glifosato e del suo metabolita Anpa. Il Roundup della Monsanto che ha provocato discussioni infuocate a livello europeo per la sua presunta cancerogenità. Infatti dopo attenta analisi delle prove disponibili, la IARC di Lione ha classificato il glifosato nel gruppo 2A, tra i probabili cancerogeni.

Inoltre fra le combinazioni, i ricercatori hanno trovato nelle acque lombarde, sostanze non più consentite (come Dichlorophenol e Metolachlor, diserbanti vietati da tempo).

“Non sappiamo che impatto abbia sull’uomo, noi vediamo l’impatto sull’ambiente. E quando si scopre che ci sono sostanze anche di 200 volte superiori ai limiti di legge qualcosa la farei“,  Questo studio poteva fornire soprattutto un metodo da usare su larga scala per studiare i mix degli inquinanti, non solo in Lombardia. Questo è quanto dicono i ricercatori.

Pensate che la situazione e il principio di precauzione abbia interessato e mosso più di tanto le nostre istituzioni?  Illusi

 

I DATI DELL’ARPA

Per vedere la situazione del torrente dal punto di vista dello stato chimico presentiamo quanto esposto nel documento “Stato delle acque superficiali – Corsi d’acqua Bacino del Seveso – Il monitoraggio delle acque del torrente Seveso dell’Ottobre 2021.

“Lo stato chimico, definito in base al superamento degli standard di qualità (SQA) delle sostanze appartenenti all’elenco di priorità, risulta non buono (figura 16) per la gran parte dei corpi idrici individuati nel bacino del Seveso per la presenza di metalli (in particolare nichel e piombo), composti quali para-terz-ottilfenolo e sostanze perfluoroalchiliche (PFOS) in concentrazioni superiori allo standard di qualità ambientale medio annuo (SQA-MA) di cui al D.Lgs. 172/2015.

Inoltre si rileva la presenza in concentrazioni superiori al limite di quantificazione (LOQ) di solventi clorurati (triclorometano, tetracloroetilen, tricloroetilene) e di IPA (fluorantene, benzo(a)pirene, naftalene, antracene).”

Si può anche pensare che la colpa del peggioramento sia un problema legislativo (cambiano i parametri in Europa e anche in Italia si deve applicarli) ma la salute dei cittadini è un problema serio che le istituzioni a tutti i livelli non possono nascondere.

CHE FANNO LE ISTITUZIONI?

Nel’alveo del torrente Seveso risulta da tempo che  vi sarebbero circa 1420 scarichi abusivii. C’era stata anche una inchiesta della Magistratura milanese, ma non se ne ha più notizia.

L’unica azione fatta è quella delle vasche di laminazione atte a trattenere queste acque inquinate, per evitare esondazioni a Milano. I cittadini dovrebbero chiedersi perché chi ha il potere di intervenire non lo fa.

L’inquinamento presente da decenni e decenni merita  un segno di risposta. Se le istituzioni non intervengono ci sarebbe da chiedersi perché si continuano a firmare patti e contratti relativi al benessere del Torrente Seveso se poi non si vede nessun risultato positivo degli impegni presi.

A cosa serve sottoscrivere il “Patto per il Seveso” o il “Contratto di fiume” se poi le decine di Amministrazioni ed Enti coinvolti non intervengono per la tutela del torrente contro chi  inquina?

E’ stato deciso, anni fa, di interrompere la costruzione del raddoppio del canale scolmatore ovest dopo che le popolazioni del Ticino si erano ribellate, rifiutandosi di accettare con il raddoppio del canale, anche il raddoppio degli inquinanti e della massa di rifiuti. C’è da chiedersi  se non vi è venuto in mente che forse occorreva intervenire per bloccare gli abusi e per ripulire  le acque.

L’inquinamento dei fiumi è anche un insulto alla nostra salute ed in quanto tale è un atto di accusa che ogni giorno si rivolge contro chi, ha competenze per fermarlo. Solo una presa di coscienza generale degli “abitanti del Seveso” potrà invertire questa immobilità assurda e colpevole.

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