Il documento che segue è il prodotto di una riflessione di un gruppo di  compagni e compagne di Sesto San Giovanni  che si pongono il problema della assenza di una sinistra che si comporti come tale difendendo gli interessi dei ceti popolari  opponendosi in modo radicale alle politiche portate avanti nella città in tutti questi anni. E’ una riflessione interessante che vale la pena leggere.

 

SESTO SAN GIOVANNI: SINISTRA (IM)POSSIBILE

Una premessa: non è nostra intenzione spalleggiare questa o quella forza politica in vista delle prossime amministrative. Ciò che ci muove è l’intento di dare forza, voce e visibilità ad alcuni temi che riteniamo essere patrimonio della storia politica sestese e della Sinistra in particolare. Sentiamo questi temi quasi fossero le pietre miliari su un cammino che stiamo percorrendo, per ricordare ciò che Sesto e la Sinistra erano e oggi non sono più e nella ferma convinzione che da essi si possa e si debba ripartire per un governo popolare e partecipato della città.

Abbiamo assistito in questi anni a scelte che con la storia della Sinistra e della nostra città ben poco hanno poco a che spartire:

  • cementificazione selvaggia del territorio, utile solo alla speculazione delle banche e dei palazzinari;
  • Realizzazione di nuovi mega centri commerciali;
  • Cancellazione di buona parte della superficie del parco previsto sulle aree Falck;
  • Chiusura e delocalizzazione di aziende storiche non per crisi di produzione ma per sete di profitti;
  • Fallimento e abbandono di incubatori d’impresa e di lavoro come il LIB, oggi addirittura murato;
  • Esternalizzazione di Servizi pubblici di qualità come il Centro Diurno Disabili;
  • Famiglie di sfrattati smembrate e deportate in alberghi lontani dalla città, per di più a costi enormi per le casse comunali;
  • Case popolari vendute;
  • Interi stabili lasciati all’abbandono e al degrado (vedi ex Impregilo in viale Marelli);
  • Aziende municipalizzate come le farmacie comunali costrette a spalancare le porte ai privati;
  • Luoghi pubblici di svago e di sport come la piscina estiva chiusi e murati;
  • Poli di socialità per gli anziani e gli appassionati come il bocciodromo del Centro Falck sacrificati sull’altare dello sport-business per soli ricchi;
  • Giardini pubblici (via XX settembre) regalati a parrocchie amiche e divenuti fonte di profitto privato;
  • Impoverimento progressivo della manutenzione dei luoghi pubblici, che inevitabilmente ne ha comportato il degrado;

In queste scelte noi non abbiamo ritrovato nulla che possa dirsi di Sinistra, nulla che possa parlare il linguaggio di una amministrazione attenta ai bisogni popolari.

Nel dopoguerra e nei decenni successivi, la nostra città ha conosciuto Amministrazioni che hanno adottato scelte per venire incontro alle esigenze delle classi sociali più disagiate (sviluppo dell’edilizia popolare con insediamenti persino nel centro città; una rete efficiente di servizi sociali con punte di eccellenza nei servizi per i disabili, una ricca dotazione di impianti sportivi moderni ed efficienti, una colonia estiva ed una invernale per lo svago dei lavoratori e delle loro famiglie… solo per citare alcuni esempi). Oggi tutto ciò è in svendita, in via di esternalizzazione e/o privatizzazione. E’ il segno tangibile delle politiche neoliberiste di austerità imposte dall’Unione Europea, accettate passivamente dai Governi nazionali di qualsiasi schieramento e applicate dalle Amministrazioni locali sulla pelle viva dei cittadini.

Per questo motivo, riteniamo utile continuare la nostra lotta sul territorio di Sesto San Giovanni in nome di un’idea di città diversa e possibile, capace di misurarsi con le sfide maggiori della nostra epoca:

  1. LA LOTTA DECISA AL DILAGANTE IMPOVERIMENTO a partire da tutte le forme di povertà estrema;
  2. L’ADOZIONE DI MISURE PER RIDURRE DRASTICAMENTE LA PIAGA DELL’INQUINAMENTO;
  3. LA CESSAZIONE IMMEDIATA DI OGNI OPERA CHE APPORTI ULTERIORE CEMENTIFICAZIONE ad un territorio già così duramente provato.

Lotta alla povertà per noi concretamente significa, tra l’altro:

  • Colpire con la scure della leva fiscale ed urbanistica quelle aziende presenti sul territorio che procedono a tagli e ridimensionamenti del numero degli occupati;
  • Mantenere ed ampliare la rete dei servizi sociali gestiti dal Comune per rispondere ai bisogni sempre più pressanti di chi vive la crisi sulla sua pelle;
  • Dare immediata sistemazione in città a chi è costretto a vivere il dramma di uno sfratto;
  • Utilizzare per finalità sociali gli immobili abbandonati prima che diventino simboli di degrado;
  • Approvare un Piano Casa e rilanciare l’edilizia popolare;
  • Creare aziende municipalizzate capaci di dare lavoro pubblico, stabile e sicuro attraverso la gestione diretta dei servizi pubblici comunali;
  • Ampliare l’accoglienza e la piena integrazione dei migranti;

Lotta all’inquinamento, invece, si traduce in misure quali:

  • Chiudere immediatamente l’inceneritore e promuovere seriamente la raccolta differenziata;
  • Impedire il traffico di attraversamento della città e favorire la mobilità sostenibile;
  • Programmare un piano di manutenzione straordinaria degli edifici e dei luoghi pubblici a partire dalla rimozione dell’amianto ancora presente in diversi stabili comunali, per garantirne la sicurezza e il decoro;

STOP alla cementificazione, infine, vuol dire:

  • Riscrivere il Piano di Governo del Territorio e il Piano Falck destinando le aree ex-industriali a luoghi della memoria collettiva e ad incubatori di una nuova qualità ambientale;
  • Bloccare l’espandersi dei centri commerciali a tutto vantaggio del commercio di vicinato, dei GAS e delle botteghe del commercio equo e solidale.

Su questi temi misureremo la capacità di ricostruire un percorso della Sinistra fortemente ancorato ai valori della nostra città e della sua storia, oltre le delusioni, le amarezze, le contraddizioni… Insomma, oltre la Giunta Chittò.

PRIMI FIRMATARI

Antonella Angelini, lavoratrice autonoma

Alessandra Barbanti, educatrice asilo nido

Cristina Bellini, insegnante

Josè Roberto Cantù, studente

Marco De Guio, pensionato

Stefania Favoino, impiegata

Emad Farag, operaio

Silvia Lauro, disoccupata

Stefano Mazzoleni, lavoratore autonomo

Gianluigi Montalto, avvocato

Paolo Paparella, medico

Raffaella Polverino, disoccupata

Pasquale Pugliese, insegnante

Liliana Antonella Umana, disoccupata

Giovanni Urro, insegnante

Per eventuali adesioni, scrivere a sinistrapersesto@gmail.com

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